Ieri sera ho visto su raitre il documentario, annunciato da qualche polemica, sulla droga che fa impazzire i giovani e non giovani nel nuovo millennio e sono rimasto seriamente preoccupato per lo stile con cui e' stato trattato l'argomento.
Una manciata di arresti ai danni di ragazzotti delle scuole e qualche sfortunato africano colto nell'atto di spacciare ovetti di sostanza agli angoli delle strade di Milano, il tutto farcito dal moralismo dello sbirro capo che continuava a chiedere ai vari personaggi trascinati in caserma il perche' del loro attaccamento allo stupefacente che stava loro rovinando la vita.
Nessun accenno quindi all'origine della cocaina, chi la importa,da chi e da dove, nessuna indicazione sulla vera composizione della cocaina (che chiaramente non e' cocaina al 100% ma e'ripiena di veleni vari).
Dopo due ore di film quindi l'idea che un pubblico non avvezzo alle modernita' si puo' essere fatto e' che la Cocaina e' una droga venduta da negri per strada a giovani sprovveduti.
Grazie.
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1 commento:
Ma non solo, la figura patetica del tossico (e amico) pagati per interpretare la parte del muratore cottimista che per fare più ore di lavoro e non fermarsi mai si tira le righe secondo me rimandano allo stereotipo del drogato/senso di colpa collettivo. Oltretutto sembrava passare il messaggio che la cocaina la trovi ovunque e che tutte le categorie sociali ne fanno uso. Di conseguenza attenti a non andare dallo spacciatore per strada che ti pinzano sicuro ma rivolgiti sreno all'amico dell'amico.
Nulla si dice inoltre di quanti vivono a pastiglie comprate in farmacia e regolarmente prescritte da medici fieri di contribuire al benessere della società nel suo complesso. Veramente un bel lavoro. Complimenti
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